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Israele sotto attacco. Anche mediatico

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“Orfanatrofio colpito e bimbi morti”. Non è vero

di Michael Sfaradi

gaza-missili-israele-sotto-attacco-sderot-terrorismo-palestinese-focus-on-israelSderot – Per capire com’è una città che si trova sulla linea del fronte bisogna vedere Sderot. Strade deserte, negozi chiusi, la popolazione rintanata nei rifugi. E il posto dove non ci si può muovere se si è su una sedia a rotelle o si ha un bambino in braccio, in 15 secondi bisogna essere al sicuro. In questo centro del sud d’Israele anche le fermate degli autobus sono di cemento armato. I rifugi sono mostruosi cubi, anche questi di cemento armato, che possono ospitare fino a dieci persone, poggiati sui marciapiede a quindici secondi di distanza uno dall’altro. La gente di Sderot vive così da almeno 14 anni, quella di Gaza è da 9 anni sotto il tallone della dittatura islamica di Hamas. La fine di questo regime porterebbe a tutti benessere e libertà.

Ma la guerra continua e siamo costretti ad aggiornare il conto del sangue. Secondo fonti palestinesi i morti sono saliti a 135, tra loro diversi capi di Hamas (fra i quali due nipoti di Ismail Haniyeh, che di Hamas è il leader politico), i feriti nell’ordine di diverse centinaia, i più gravi vengono trasportati in Israele attraverso il valico di Kerem Shalom. Impossibile sapere quale sia, all’interno della tragica statistica, la percentuale dei “veri” civili. Il ministero della Difesa israeliano ha rilasciato diversi filmati e foto scattate dai droni dove si vede che i lanci dei missili palestinesi vengono effettuati dai tetti dei palazzi civili o dalle strade vicine a scuole o moschee. Proprio ieri un razzo lanciato vicino a uno dei magazzini della Unrwa, l’ente dell’Onu che si occupa dei profughi palestinesi, ha colpito lo stesso magazzino, incendiandolo e distruggendolo. Il denso fumo nero era visibile a chilometri di distanza. Il portavoce di Hamas ha dichiarato durante una conferenza stampa che sono 570 i missili lanciati verso Israele negli ultimi tre giorni, e i lanci continueranno con la stessa intensità. «Stasera colpiremo Tel Aviv», ha annunciato. E ieri sera hanno risuonato esplosioni in città, le sirene come impazzite. Cosi anche a Gerusalemme.

In Israele oltre gli ingenti danni si contano diversi feriti, alcuni anche gravi. Un uomo ad Ashdod è morto d’infarto durante un allarme, una donna ha perso la vita caduta dalle scale mentre correva nel rifugio. In molti richiedono assistenza psicologica, soprattutto per i bambini che sono terrorizzati proprio dal suono delle sirene e dalle esplosioni che si susseguono a ritmo intenso, per ogni missile lanciato la deflagrazione si somma a quella del razzo intercettore Iron Dome.

E poi c’è la guerra mediatica. Nel primo pomeriggio s’era diffusa – per la verità più che altrove in Italia – la notizia, subito ripresa dai siti di pressoché tutte le più importanti testate italiane, che alcune bombe lanciate dai jet israeliani avessero colpito un orfanotrofio a Beit Lahiya, nel nord della Striscia, e che nell’esplosione fossero morti anche dei bambini. Questa notizia, nella sua tragicità, è stata col passar delle ore ridimensionata, non era un orfanotrofio ma un centro per disabili, non si contano bambini fra le vittime anche se sfortunatamente due donne hanno perso la vita. E però resta la diffusione di una notizia che è rimbalzata per tutto il giorno condita con elementi non veri. Il portavoce dell’Idf ha fatto sapere che gli esperti analizzeranno i filmati e solo dopo commenterà l’accaduto.

Peraltro, secondo voci non confermate, commando dell’esercito israeliano sarebbero entrati nella notte all’interno della Striscia di Gaza, distruggendo alcune postazioni palestinesi di frontiera. E forse anche preparando l’ingresso dei mezzi corrazzati: l’avanzata di terra potrebbe davvero essere ormai questione di ore.

E poi la diplomazia. Tony Blair al Cairo che prepara una bozza per il cessate il fuoco insieme con il presidente egiziano Al Sissi, il vertice America-Europa in programma oggi. Potrebbe essere tardi: sulla strada per Gaza intenso è il traffico degli autotreni che trasportano i carri armati Merkava, e in serata il lancio di razzi su Israele è notevolmente aumentato.

(Fonte: Libero, 13 Luglio 2014)

 Nella foto in alto: esplosione a Sderot causata dal lancio di missili dei terroristi palestinesi


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